blog americalatina

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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Wednesday, November 30, 2005

Un Berlusconi per il Cile

Un miliardario si è messo in testa di diventare il prossimo presidente del Cile. Il suo nome è Sebastián Piñera, candidato neanche a dirlo della destra populista, con un patrimonio che si aggira intorno ai 1200 milioni di dollari. Una bella cifra non c’è che dire, che appare come capitale sufficiente per ambire a sedere nella Moneda.
Tra le sue proprietà c’è un canale di televisione (Chilevisión), una casa editrice (Los Andes), un gruppo finanziario (Quiñenco), i centri commerciali Parque Arauco, una partecipazione del 5% di Chilectra (l’Enel locale), un pacchetto di maggioranza di Lan (l’aerolinea cilena) e chissà quanto ancora. Più volte invitato a liberarsi delle azioni delle imprese statali ha finora tergiversato. Attualmente in testa ai sondaggi c’é la socialista Michelle Bachelet al 39%, mentre Piñera è già arrivato ad un 22%; cifre che invierebbero i due al ballottaggio con vantaggio per Piñera, che potrà contare sui voti dell’altro candidato della destra, Lavín (fermo al 20%).
Il Cile è una grande azienda” scrive nel suo blog (dategli un’occhiata:
http://www.sebastianpresidente.cl/blog/), un motto che somiglia molto a quelli degli arrampicatori nostrani. Forse, proprio per questo c’è da temere per gli amici cileni. Se volete approfondire, sulle elezioni del prossimo 12 dicembre è uscito questa settimana un articolo su Diario a firma di Gabriella Saba (che approfitto per salutare).

Tuesday, November 29, 2005

Prove fallite di democrazia

Si vivono ore di tensione in Honduras tra i sostenitori dei candidati Manuel Zelaya (Manuelón) e Porfirio Lobo (Pepe). Manuelón e Pepe –i soprannomi sono reali- non si mettono ancora d’accordo su chi abbia vinto le elezioni di domenica. Secondo il Tribunale Elettorale Manuelón è il vincitore, ma Pepe –candidato del partito al governo- si rifiuta di accettare il responso delle urne fino a che non si sia contata anche l’ultima scheda. L’esercito è in preallarme e lancia pericolosi segnali (“Siamo pronti per ristabilire l’ordine” ha dichiarato una fonte anonima militare). Sulla situazione in Honduras, ci sono aggiornamenti in tempo reale su:
http://www.laprensahn.com
giornale di stampo conservatore, da prendere con le molle.

Monday, November 28, 2005

Le armi le vendo solo io

José Bono, ministro della Difesa spagnolo, è volato ieri a Caracas per suggellare con il governo di Hugo Chávez la vendita di 12 jet militari e 8 guardacosta. La cosa non è piaciuta per niente a Washington, che ha immediatamente ordinato un’inchiesta per verificare se navi e velivoli ospitino tecnologia made in Usa. Il portavoce del dipartimento di Stato, Sean Mc Cormack, ha precisato che “ci devono essere delle clausole per evitare che le armi vendute dagli Usa finiscano in mano a terzi acquirenti”.
Forse perchè un massacro operato con armi statunitensi si giustifica attraverso un acquisto legale? (a questo proposito, leggetevi il reportage “Un missile rispedito al mittente” di Robert Fisk, su “Notizie dal fronte” –Fandango Libri, 2003-).
Dopo l’accusa formale di Washington sul pericolo che corre la democrazia in Venezuela, ogni piccola discrepanza tra questi due paesi è da seguire con interesse ed anche una certa dose di preoccupazione. Strano, infatti, che gli Usa protestino con la Spagna per questa vendita, già che l’anno scorso hanno venduto più di 14 milioni di dollari in armamenti al Venezuela, cinque volte di più che nel 2002. Qual’è il problema allora? L’uso che potrebbe farne Hugo Chávez o, piuttosto, il monopolio della vendita delle armi al Sudamerica?


Vi ricordo che se volete ricevere la newsletter di questo blog ogni 15 giorni, potete contattarmi: campisimaurizio@hotmail.com


Il lupo spelato

Cominciamo la settimana con un ringraziamento diretto ad Adriana Novello, che ha parlato di questo blog su Radio Alzo Zero, web radio dei blogger, nell’ambito dedicato ai sequestri Nestlé. Potete ascoltare la trasmissione cliccando su:
http://www.radioalzozero.it
e cercando nel link archivio, il programma “Parola di Blogger” del 24 novembre a cura di Adriana Novello.
Veniamo a noi: elezioni in Honduras. Lobo, il lupo, è rimasto alla corda. Ha vinto Manuel Zelaya, detto Manuelón, bei baffoni e fisico da forte bevitore di birra (qui a fianco): premiata la destra moderata quindi, a scapito di quella estrema. Con bontà degli honduregni.
La settimana, come sempre, offre molti spunti. Pinochet, che venerdì ha compiuto 90 anni ed è sotto processo, avrebbe dichiarato che vuole morire. Di certo, non è l’unico ad augurarselo. Aerolineas Argentinas non sta volando da tre giorni per uno sciopero dei piloti che chiedono un aumento di salario del 45%. Quasi non se n’è parlato in Italia, ma il subcomandante Marcos ha annunciato alcuni giorni fa (venerdì) la dissoluzione dell’FZLN. Pur mantenendo in esistenza l’EZLN (cambia solo una lettera, ma la differenza è sostanziale, il primo è braccio politico, l’altro è braccio armato) Marcos vuole sensibilizzare, attraverso una campagna che comincerà il prossimo primo gennaio, il parere dell’opinione pubblica sul movimento zapatista. Varrà la pena tornare sull’argomento.
In Cile, intanto, ultime due settimane di campagna elettorale. Tre i principali candidati: la centrista Michelle Bachelet ed i conservatori Joaquín Lavín ed il Berlusconi locale, Sebastián Piñera (una fortuna di 1200 milioni di dollari). Nell’ultimo sondaggio la Bachelet appariva al primo posto con un 39%, seguita da Piñera (22%) e Lavín (21%).

Sunday, November 27, 2005

Patrimonio del mondo

Già che è domenica, oggi toccheremo un tema leggero. L’Unesco ha proclamato ieri a Parigi 43 espressioni culturali come patrimonio orale dell’Umanità. Tra queste, l’unica italiana premiata è stata il canto dei tenores del nuorese. In America Latina il riconoscimento è stato conferito al samba de roda del Brasile, al palenque di San Basilio in Colombia, alla tradizione pastorale della Costa Rica, al ballo del cocolo di Santo Domingo, al dramma satirico del guenguense del Nicaragua, ai tessuti taquile del Perú e alla danza del Rabinal Achí del Guatemala. La lista completa la trovate qui:
http://www.unesco.org/culture/intangible-heritage/

Il Rabinal Achí è l’unica forma teatrale pre-coloniale che si è mantenuta intatta in America. Si tratta di una dramma dinastico Maya del XV secolo che narra i miti dell’origine degli abitanti della regione del Rabinal, nel Baja Verapaz in Guatemala. Il nome maya del ballo è Xajoj Tun. Una bella pagina su questa tradizione, con tanto di danza mimata, è su questo link:
http://www.enlacequiche.org.gt/centros/rabinal/

Saturday, November 26, 2005

Poveri si nasce

La Cepal ha reso noto ieri a Santiago del Cile i dati annuali sulla povertà in America Latina. Secondo questo istituto delle Nazioni Unite, per la prima volta negli ultimi quindici anni la tendenza è al ribasso: 13 milioni in meno rispetto all’anno passato, anche se sono ancora 213 milioni i latinoamericani giudicati poveri, di cui ben 88 costretti all’indigenza.
Dovremmo essere contenti, ma il condizionale è d’obbligo. Attenzione, infatti, alle cause che hanno rallentato la povertà. Il benessere non è giunto dagli investimenti in loco, ma dalle rimesse inviate a casa dagli emigrati in Europa e nel Nordamerica. Nel caso di Haiti si tratta del 29% del Prodotto interno bruto, per il Nicaragua rappresenta il 17% e per il Salvador il 16%. I Paesi (di lingua spagnola) dove si sta peggio sono la Bolivia, il Guatemala, l’Honduras, il Nicaragua e Santo Domingo.
Il link della Cepal in Cile è questo:
http://www.eclac.cl/
Da qui potete scaricare il file in formato Pdf con il quadro completo degli indicatori sociali dell’America Latina.

Friday, November 25, 2005

A proposito di libri

A proposito di libri. Ieri abbiamo annunciato la pubblicazione di “Que linda Nicaragua!”, oggi devo ringraziare gli amici di Peacereporter che mi hanno fatto un bel regalo pubblicando una recensione di “Centroamerica – reportages”, il libro che ho pubblicato per Frilli Editori nel 2002. Siccome non ne sapevo nulla, ringrazio di cuore Paolo Lezziero, autore della recensione, ed il bravissimo Alessandro Grandi, responsabile per l’America Latina.
Chi vuole leggere il pezzo –lusinghiero-, può farlo cliccando su questo link:
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=4149

Inoltre, già che siamo in tema di Natale, mi faccio un poco di pubblicità: regalatevelo o regalatelo per queste feste. Se non lo trovate sugli scaffali, “Centroamerica – reportages” ve lo può reperire qualsiasi libreria seria. Altrimenti provate con l’editore, il coraggioso Marco Frilli:
http://www.frillieditori.com/main.html

Thursday, November 24, 2005

Donne al macello

L’invito a manifestare davanti alle ambasciate del Guatemala di tutta l’America Latina è di Amnesty International. La manifestazione si sta svolgendo oggi e vuole sensibilizzare l’opinione publica sugli abusi che soffrono le donne di questo Paese. Dai 60 omicidi registrati nel 2000, nel 2004 la cifra è arrivata a 409, ampiamente superata quest’anno, già che siamo giunti a 563. Amnesty International ha chiesto tre mesi fa spiegazioni al governo del Guatemala, senza ricevere finora nessuna risposta. La situazione, più che allarmante, supera di gran lunga quella della regione della messicana Ciudad Juárez.
Un approfondimento sull’argomento lo potete trovare su un articolo che avevo pubblicato su Peacereporter. È di un anno e mezzo fa, ma purtroppo risulta ancora attuale:

http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=2993

Wednesday, November 23, 2005

Que linda Nicaragua

Un appuntamento importante.
Domani (24 novembre) a Roma, verrà presentato il libro “Que linda Nicaragua!”, a cura dell’Associazione Italia Nicaragua.
La presentazione si terrà nella Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo, in via IV Novembre 149, con inizio alle 17.30, con la partecipazione della parlamentare Luisa Morgantini e di Alessandra Riccio, direttrice della rivista “Latinoamerica”.
Edito da Frilli –e cito dal sito-: “Il libro mette in evidenza l’attuale situazione del Nicaragua odierno fatto di miseria, esclusione sociale, analfabetismo e descrive il lavoro dell’Associazione il cui compito consiste, oggi, nell'appoggiare le organizzazioni popolari, sindacali e della società civile che lottano per un'autentica giustizia sociale e che si sono formate e continuano ad esistere grazie alla coscienza creatasi negli anni della rivoluzione, che molto ha trasmesso anche a noi “del primo mondo".
Cercate la prefazione qui:
http://www.frillieditori.com/books/quelindanicaragua_prefa.htm

Sequestri Nestlé: niente di nuovo

Il marchio della Nestlé mostra un passerotto che porta al nido il cibo per i suoi piccoli. Viene da chiedersi però se quei passerottini innocenti possano fidarsi del loro genitore. La Nestlé è infatti una delle aziende che ha ricevuto (e riceve) più denuncie nel mondo e qui in America Latina ne sappiamo qualcosa. Una piccola lista. In Brasile e a Porto Rico, la Nestlé affronta dei processi per frode e concorrenza sleale; a Santo Domingo per sfruttamento dei lavoratori; in Colombia per contrabbando di latte avariato. Nel Salvador ed in Perú, l’anno scorso, le chiusure degli stabilimenti di Ilopango e di Lima sono state senza preavviso e hanno lasciato senza lavoro centinaia di lavoratori. Proprio in questi giorni in Svizzera le Ong locali hanno denunciato la Nestlé per il trattamento inflitto ai lavoratori delle fabbriche situate in Colombia.
Infrangere la legge è costante per il colosso svizzero. In molti Paesi la Nestlé si oppone a riconoscere le norme internazionali per la commercializzazione del latte in polvere. Il risultato è che dietro ad una finta solidarietà, come quella di regalare latte agli ospedali, si nasconde la politica di rendere i bebè dipendenti di una sostanza artificiale, costosa e di difficile controllo.
Se volete boicottare i prodotti Nestlé, vi ricordo alcune delle loro marche (vanno dal caffè al cioccolato, dal cibo per cani ai profumi): Nescafé, Nesquik, Crunch, Findus, La Lechera, Ideal, Buitoni, Kit Kat, Milky Bar, Eko, Maggi, Motta, Perrier, Vichy, Friskies, Smarties, L’Oreal, Lancome.
La letteratura sui processi alla Nestlé in America Latina si trovano qui:
http://www.rel-uita.org/companias/nestle/home.htm

Tuesday, November 22, 2005

Una lunga settimana

Tante notizie questa settimana. Intanto, preparate le novanta candeline per il compleanno del Pinochito (venerdì 25). Poi, in quanto a guai giudiziari fumata nera per Fujimori e per gli anticastristi detenuti a Miami: per loro, lo sentimos, niente libertà. Segnali di distensione invece in Colombia, dove l’ELN ha accettato di riunirsi con i rappresentanti del governo di Álvaro Uribe. L’inizio delle negoziazioni dovrà fissarsi prima del 12 dicembre.
Kirchner, il presidente argentino, è stato per due giorni a Caracas, dove ha detto di essersi trovato bene. Una visita che preoccupa il Dipartimento di Stato Usa che nei giorni scorsi ha fatto sapere del pericolo che corre la democrazia in Venezuela. Stanno mettendo le mani avanti in vista di qualcosa di grosso? In Messico, terra devota, si cerca di dimenticare la disputa con Chávez buttandola sul religioso. Per tredici cristeros è scattato infatti il processo di beatizzazione.
In Honduras, che conta dodici morti per il passaggio dell’uragano Gamma, è finita la campagna elettorale. Domenica si vota per il presidente e la scelta è tra il conservatore Porfirio Lobo (un nome che è tutto un programma) ed il liberale Manuel Zelaya. Ossia estrema destra o destra moderata, alla faccia della democrazia, per questo poi il Paese va come va.
Che altro? Perú: a volte ritornano, Alan García si è candidato per le presidenziali del prossimo anno.
Bene, vi lascio con un link. La stretta relazione tra Bush e la scimmia vi viene spiegata in questo documento fotografico:
http://www.boomersfunnies.com/Pictures/Bush%20Monkey.jpg


Monday, November 21, 2005

Una legge, due misure

Il governo degli Stati Uniti ha sanzionato anche quest’anno i Paesi latinoamericani che si rifiutano di appoggiare l’iniziativa unilaterale di Washington di screditare la Corte Penale Internazionale dell’Aja. L’organismo giudica i delitti di genocidio, lesa umanità e crimini di guerra, ma gli Usa, oltre a ritenersi al di fuori di questo ordinamento che lega le nazioni civili, da due anni a questa parte stanno minacciando e ricattando i firmatari.
A cadere nelle grinfie della rappresaglia quest’anno sono stati Uruguay, Brasile, Perú, Paraguay, Ecuador, Venezuela, Costa Rica e Messico. L’Argentina si è “salvata”, in quanto ritenuta “importante alleato”. Le sanzioni riguardano aiuti economici diretti a programmi di rafforzamento della democrazia, nell’ordine di vari milioni di dollari. L’anno scorso sull’argomento avevo intervistato Elizabeth Odio, vicepresidente della Corte. “Il nostro compito” mi aveva detto “è quello di convincere che la Corte lavora in maniera indipendente e responsabile”. Proprio quello, appunto, che fa paura agli Stati Uniti. La pagina web della Corte (in inglese, spagnolo, francese o in traduzione immediata):
http://www.iccnow.org/

Sunday, November 20, 2005

I ciceroni torturatori

Appeso per i piedi e sottoposto a scariche elettriche, bastonate e cinghiate. Daniel Alvarado ha deposto in un Tribunale di Memphis, negli Usa, la sua agghiacciante esperienza. Solo l’intervento di un funzionario statunitense lo ha salvato da morte certa nelle mani dell’esercito salvadoregno durante la guerra civile degli anni Ottanta. Sul banco degli imputati, l’ex generale Nicolás Carranza, uno dei torturatori di quel regime, oggi pensionato dopo essere emigrato negli Stati Uniti nel 1985 e aver lavorato come guardiano di museo. Un’attività, quella del cicerone, scelta da altri ex squadristi sia nel Salvador che nel Guatemala. Curioso, no, che si passi dal seviziare esseri umani all’esporre le virtù estetiche di opere d’arte.
Carranza è stato condannato a pagare due milioni di dollari alle sue vittime per responsabilità civile. La legge, infatti, ha cancellato i reati commessi durante la guerra. Nel Salvador il conflitto ha fatto 75.000 morti: per loro, l’amnistia ha detto che non vi sará nessuna giustizia. Per chi volesse approfondire l’argomento:
http://www.cepaz.org.sv/menu/publicaciones_cepaz/guerra_civil.htm

Saturday, November 19, 2005

36 milioni di analfabeti

L’Italia ha 36 milioni di analfabeti. Proprio così. L’agenzia di stampa cubana ha lanciato la notizia nei giorni scorsi, ripresa poi da diversi quotidiani di Cuba e di altri paesi latinoamericani, facendo riferimento ad un articolo pubblicato dalla Stampa di Torino su un lavoro compiuto dall’Istituto Castelsantangelo. L’inchiesta in questione, a dire il vero, parlava di quasi sei milioni, poi subito smentita dall’Istat che presentava il dato ufficiale: 782342 unità. Sempre un grosso numero, non c’è che dire, ma da lì ad arrivare a trentasei milioni ce ne vuole.
Propaganda castrista contro l’occidente? Un giornalista rincoglionito? Chi lo sa. Risulta comunque che la stima ufficiale indica che il 36,52% degli italiani è giunto solo fino alla licenza media. Questo 36% è stato trasformato da Granma in un trentasei milioni. Siamo ignoranti, è vero: ma così tanto?
Leggetevi la bufala di Granma:
http://www.granma.cubaweb.cu/2005/11/15/interna/artic09.html

Friday, November 18, 2005

Per Dio e per la Patria

Chi lo poteva dire? Ma Pinochet, ovviamente.
Tutto ciò che ho fatto è stato per Dio e per il Cile” ha dichiarato al giudice che lo interrogava per sapere dei 27 milioni di dollari che il dittatore ha disperso nei conti all’estero, nonchè sulle operazioni della polizia segreta, la Dina.
Dio mi perdonerà perchè ciò che ho fatto ha evitato che il Cile diventasse comunista” ha continuato. Questo ci pone di fronte a un quesito di non facile risoluzione: Dio è capitalista? E, soprattutto, a seguire la logica di Pinochet: Dio odia i comunisti?. Sembrerebbe di sì, perchè secondo Pinochet, le morti avvenute durante la dittatura sono state “opera di Dio” (sono sempre parole testuali riprese dall’interrogatorio). Ma non esisteva una volta la pietà cristiana?
Con quello di ieri è stato il quarto interrogatorio a cui l’ex dittatore è stato sottoposto in una settimana. Qui sopra, a destra, un Pinochet d'annata, giusto per ricordarci come si presentava quello che oggi cerca di farsi passare per un innocuo vecchietto.

Poi, per curiosità, fatevi un giro sul sito della fondazione Pinochet, dove si venera l’opera del nostro:
http://www.fundacionpinochet.cl/800_600.html

Thursday, November 17, 2005

Presidenti o burattini?

Fox e Chávez bisticciano, se le sono dette e se le sono mandate a dire al punto da ritirare i rispettivi ambasciatori. Secondo il venezuelano, Fox (avete notato la rassomiglianza con Amedeo Nazzari?) è un burattino di Washington per aver reiteratamente chiesto la discussione sull’Alca nello scorso vertice di Mar del Plata. Perfino Kirchner, che era pur sempre il padrone di casa, l’ha mandato a stendere per tanta insistenza.
La politica estera messicana è stata costellata durante l’amministrazione Fox di passi falsi e brutte figure. Ricordate un paio di anni fa quando il cancelliere Castañeda al sapere dell’arrivo di Bush al vertice di Monterey ingiunse a Fidel Castro (invitato dall’Onu) a lasciare il Paese? O poco tempo fa quando Fox si espresse sui messicani negli Stati Uniti costretti a fare lavori “che neanche i negri accettano”?.
Il Messico, nazione dalla brillante traiettoria diplomatica in America Latina, è insomma caduto molto in basso. Il Parlamento sta seriamente vagliando l’ipotesi di vietare ulteriori viaggi a Fox. D’altronde, puzza assai che le scelte in materia di politica estera siano dettate dagli affari privati. Fox, non dimentichiamolo, è stato direttore generale della Coca Cola in Messico, cento milione di anime, cento milioni di consumatori. Se ne volete sapere di più su questa relazione un’interessante reportage si trova su Eco Portal:
http://www.ecoportal.net/content/view/full/45337

Wednesday, November 16, 2005

A proposito di impunità

Ricorrono oggi i sedici anni dall’assassinio nel Salvador di sei padri gesuiti (Ignacio Ellacuría, Ignacio Marín Baró, Segundo Montes, Amando López, Joaquín López y López, Ramón Moreno) e di Julia e Celina Ramos, madre e figlia impegnate nei lavori della casa dei religiosi. Il crimine, sebbene progettato e messo in atto da elementi dell’ancora oggi partito di governo Arena, è rimasto impunito. In quei giorni (era il 1989) era in corso l’offensiva dell’FMLN e l’esercito, come rappresaglia, decise di rapire ed uccidere Ellacuría, il rettore spagnolo dell’Università gesuita, ed i suoi collaboratori perchè accusati di fomentare la Teologia della Liberazione ed essere quindi dei fiancheggiatori della guerriglia.
Ellacuría, in realtà, fu eliminato per credere nel dialogo tra le due parti, processo che il settore più conservatore e repressivo della società salvadoregna non voleva. Mentre gli autori materiali della mattanza sono stati arrestati già nel 1990, gli autori intellettuali (generali e politici) godono della più completa libertà. La successione di quei fatti viene ripercorsa in questo documento:
http://www.uca.edu.sv/publica/eca/588com2.html

Tuesday, November 15, 2005

Di uomini e cani

Due storie di uomini e cani. Venerdi mi stavo mettendo a tavola con un amico. In televisione iniziava il TG della Costa Rica e subito le immagini, senza alcun preavviso, partivano con la registrazione di un uomo che veniva sbranato da due rottweiler. Il fatto era avvenuto nella notte, protagonista un nicaraguense che aveva cercato di rubare in una proprietà privata ed era stato assalito dai cani. In meno di mezzora era stato montato un circo: polizia, pompieri, croce rossa, televisioni, radio, folla di curiosi. Tutti ad osservare una scena raccapricciante, senza che nessuno pensasse nella cosa più logica, chiamare un veterinario. Il padrone dei cani ha chiesto alla polizia di non sparare sugli animali perchè stavano facendo il loro dovere e la polizia ha ubbidito.
L’agonia del poveraccio è durata più di un’ora, filmata e proposta all’ora del pranzo, secondo i canoni del giornalismo più inutile e codardo e con buona pace di noi genitori che cerchiamo di educare i nostri figli al rispetto ed alla tolleranza.
L’uomo è morto, i cani non sono stati sacrificati perche si sono comportati come ci si aspetta da esemplari di questa razza (parole testuali del Ministero della Salute della Costa Rica), la gente ha applaudito l’esempio: così devono finire tutti i ladri.
Nauseato ho detto al mio amico che, almeno, queste cose in Italia non succedono. Ho così cambiato il canale e ci siamo sintonizzati sul TG2. Coincidenza, è partito un servizio demenziale sulla storia di un cucciolo di cane iracheno adottato da un marines. Addestrato dal GI Joe, ha avuto l’onore di diventare un cane di guerra, impegnato in azioni di rastrellamento, un vero e proprio soldato. Il marines, tornato a casa, ha mosso mari e monti perchè il cane lo raggiungesse negli Usa. Storia a lieto fine, c’è riuscito.
Uno pensa ai bambini, agli anziani, ai senzatetto, ai mutilati, alla gente che soffre per questa guerra e la tivù italiana ci propone un servizio che glorifica la trasformazione di una bestia innocente in una belva da combattimento. Proprio come quei cani della Costa Rica: tutti mandati ad uccidere in nome della insensibilità umana.
Sarcastico, il commento dell’amico tico: almeno io non pago perchè la tivù spazzatura mi entri in casa.

Monday, November 14, 2005

Il controllo delle acque

Da quattro mesi 400 marines sono stanziati nella regione del Chaco, in Paraguay. Non era mai accaduto che un paese del Cono Sur aprisse in maniera così sfacciata alle truppe di Washington il proprio territorio e per tanto tempo (si fermeranno un anno e mezzo). Le ragioni di questa presenza sono state discusse in varie sedi. Il governo paraguayano adduce manovre congiunte. Ciò nonostante ai marines è stata concessa completa immunità e il segretario Rumsfeld è stato ad Asunción ad agosto, annunciando tra l’altro l’apertura di un ufficio Fbi nel Paese. Perchè tanto interesse nel Paraguay? La risposta si chiama Acuífero Guaraní, il secondo bacino di acqua dolce più grande del mondo. Washington si sta adoperando perchè venga dichiarato Patrimonio dell’umanità, situazione che lo escluderebbe al controllo diretto del Paraguay. Primo passo verso la privatizzazione? Di sicuro nei prossimi anni gli scenari dei conflitti varieranno e dal petrolio è molto possibile che si passi alle acque. La riserva ricopre un territorio vastissimo: 1.195.700 chilometri quadrati (come la penisola Iberica e la Francia insieme), da qui l’interesse per il suo controllo.
Un reportage interessante su questo tema lo trovate qui:

http://www.rel-uita.org/agricultura/ambiente/agua/acuifero_guarani.htm

Sunday, November 13, 2005

La tattica del Chino

Una settimana fa, mentre l’Italia dormiva, vi davo la notizia dell’arresto di Fujimori in Cile. Ad una settimana di distanza, la situazione si fa sempre più ingarbugliata. Cile e Perú, che non si sono mai amati, prima di questa vicenda erano già ai ferri corti per una disputa diplomatica sui confini marittimi. Ora, alcuni politici cileni hanno fatto sapere che una richiesta di estradizione potrebbe non essere sufficiente per consegnare Fujimori alle autorità di Lima. Motivo: El Chino non troverebbe un processo giusto in un Paese dove la giustizia è corrotta. Parole dure, ma se Fujimori ha scelto il Cile tra tante nazioni per avvicinarsi al Perú in vista delle elezioni del 2006, un motivo ci deve pur essere. Com’era da aspettarsi, nella capitale peruviana fujimoristi e oppositori si sono già presi a botte e bastonate in varie occasioni durante questa settimana.
Il terzo incomodo in questa vicenda è il Giappone. Da quattro anni ospita Fujimori, negando l’estradizione e proteggendolo a spada tratta, e minaccia ora il Perú di ritorsioni. Ieri a Lima una folla inferocita ha ricoperto di pomodori e uova marce l’ambasciata del Sol Levante. Intanto, il Perú ha ritirato il suo ambasciatore a Tokyo (dal cognome emblematico di Machiavello).
A questo punto, Fujimori è riuscito nel suo intento: provocare il confronto tra i suoi partitari e i suoi detrattori per scaldare gli animi in vista di una elezione nella quale vuole essere protagonista.
Si possono seguire le notizie in diretta della tivù peruviana su:
http://www.frecuencialatina.com.pe
e cliccare su “TV en vivo”

Saturday, November 12, 2005

A Nazca, tra spazzatura e coatti

La notizia non è nuova: tra spazzatura, ladri di reliquie, turisti maleducati, erosione, le linee di Nazca sono da tempo in pericolo. Ora però si è aggiunto un altro problema, quello di una possibile tensione sociale: alla fine di ottobre una quarantina di famiglie hanno eretto le proprie baracche giusto sulla coda della figura del colibrì. Si sono piazzate lì e non se ne vogliono andare.
Per il mistero di Nazca non c’è pace. Il territorio, dichiarato patrimonio dell’umanità, è pressochè desertico e ricopre un’area di 455 chilometri quadrati nei pressi di Ica. Il governo del Perú, sempre senza soldi, può permettersi la paga di un solo archeologo a 515 dollari al mese che, con un gruppo di volontari –dotati di pochissimi mezzi, nella pratica una motocicletta scassata-, mantiene l’ordine ed organizza le escursioni sul posto. La più alta autorità su Nazca è un italiano, il professore Giuseppe Orefici, bresciano, che lamenta che la grande quantità di geoglifici ancora inesplorati siano alla mercè del vandalismo. Ora ci si sono messi di mezzo anche i coatti che, bontà loro, hanno detto alla troupe televisiva che cercava di fargli intendere che stanno occupando un patrimonio dell’umanità, che “quest’umanità si faccia viva per risolvere il loro problema di casa”.
Le foto delle figure di Nazca sono qui:
http://www.peruinside.com/sp/viajes/nasca.html

Friday, November 11, 2005

Pinocchio Pinochet

Non se ne parla molto in Italia, ma da giorni il vecchio Pinochet (chiamato ormai Pinochito -Pinocchietto-, con riferimento a Pinocchio per le sue continue bugie) viene interrogato dai giudici di Santiago per chiarire la provenienza dei milioni di dollari (almeno 27) trovati nei suoi conti segreti. Gli inquirenti hanno fatto sapere che “l’ex dittatore sta collaborando”. L’esperienza, comunque, ci insegna a diffidare delle dichiarazioni di Pinochet che, un poco per demenza senile (il 25 novembre compirà 90 anni), un poco per abitudine, oltre che Pinocchio è stato anche Giuda. Il giudice istruttore Carlos Cerda, che coordina gli interrogatori, ha dichiarato di “aver visto bene Pinochet e di averlo sentito come un buon essere umano”. Un buon essere umano?
Trovate un’ampia letteratura dei crimini di questa brava persona su:
http://www.derechos.org/nizkor/chile/juicio/

Gentiluomo d'altri tempi

Torniamo brevemente sulla questione della crisi tra Costa Rica e Nicaragua per suggerirvi la lettura dell’approfondimento che è stato pubblicato ieri su Peacereporter. L’articolo riguarda l’approvazione della nuova legge sull'immigrazione in Costa Rica, tacciata dal candidato presidenziale Óscar Árias, come “degna della Gestapo”. Resta da ricordare che in questi giorni il cancelliere nicaraguense, Norman Caldera, giusto per aggiungere legna al fuoco, ha dichiarato che il suo Paese farà tutti i passi necessari per riottenere il territorio del Guanacaste, annesso alla Costa Rica a ragione di un plebiscito che data 1825. La domanda sorge spontanea: ma in che secolo vive questo signore? Perchè lo conosciate, vi aggiungo qui a lato una foto di questo genio della diplomazia (bel tipo, no?).
L’articolo sulla legge migratoria è invece qui:
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=4060

Thursday, November 10, 2005

Le bombe di Buenos Aires

Saltano fuori gli hezbollah nell’attentato che nel 1994 causò la morte di 85 persone al Centro ebraico di Buenos Aires (altre 29 erano state uccise due anni prima per un fatto simile dinanzi l’ambasciata israeliana). L’attentatore suicida, di nazionalità libanese, si chiamava Ibrahim Hussein Berro ed aveva 21 anni. A renderlo noto sono ora le testimonianze dei fratelli di Hussein, interrogati dagli inquirenti. Le autorità argentine hanno sempre ritenuto che dietro l’attentato ci fosse la pista hezbollah, gruppo che ha ricevuto in passato forte appoggio economico e logistico dalla comunità palestinese che vive nella zona della triplice frontiera di Iguazú (ne avevo scritto su “Diario” del 23 novembre 2001). Attenzione, però, perchè i fratelli di Hussein vivono negli Usa ed ora avallano l’ipotesi che a finanziare l’intera operazione sia stato l’Iran. Qui si ricordano le vittime di quell’attentato:
http://www.atentado-amia.com.ar/

Wednesday, November 09, 2005

A 60 anni dal Nobel alla Mistral

Ricorrono i sessanta anni dal Premio Nobel per la letteratura insignito alla poetessa cilena Gabriela Mistral (Lucila Godoy, 1889-1957 –lo pseudonimo è tratto da Gabriele D’Annunzio e Federico Mistral, due poeti che ammirava-). Poco conosciuta in Italia, la Mistral è stata autrice intimista capace di racchiudere nelle sue poesie le immagini di un Cile ancora giovane e selvaggio. In quanto maestra destinata a diverse sedi, la Mistral ebbe occasione di conoscere a fondo il suo Paese. Del suo periodo in Patagonia appartiene questa poesia, “Desolazione”:
La bruma spessa, eterna, affinchè dimentichi dove mi ha gettato il mare nella sua onda di salamoia. La terra nella quale sono venuta non conosce la primavera: ha la sua notte lunga che, come madre, mi nasconde. Il vento fa alla mia casa la sua ronda di singhiozzi e di urlo, e spezza, come un cristallo, il mio grido. E nella pianura bianca, dall’orizzonte infinito, vedo morire immensi tramonti dolorosi.
Chi potrà chiamare colei che è venuta fino a qui se più lontano di lei sono andati solo i morti? Solo essi contemplano un mare silenzioso e rigido crescere tra le loro braccia e le braccia amate. Le navi le cui vele biancheggiano nel porto, vengono da terre dove non ci sono i miei; i loro uomini dagli occhi chiari non conoscono i miei fiumi e portano frutti pallidi, privi della luce dei miei orti. E la domanda che mi cresce in petto al vederli passare, si arresta, vinta: parlano strane lingue, e non la commossa lingua che nelle terre dell’oro la mia povera madre canta.
Guardo scendere la neve come polvere in una fossa; guardo crescere la nebbia come il moribondo, e per non impazzire non conto i momenti perchè la notte lunga sta solo per iniziare. Guardo la pianura estasiata e comprendo il suo lutto che viene al vedere i paesaggi mortali. La neve è la sembianza che si avvicina alle mie finestre; sempre sarà la sua lucentezza che scende dal cielo! Sempre essa, silenziosa, come il grande sguardo di Dio su di me; sempre il suo fior d’arancio sopra la mia casa; sempre, come il destino che non diminuisce nè passa, scenderà a coprirmi, terribile ed estasiata.

La traduzione, fatta al volo, è mia. Senza dubbio il sito più documentato sulla poetessa è quello dell’Università del Cile:
http://www.gabrielamistral.uchile.cl/

Tuesday, November 08, 2005

Cuba, l'Onu e gli Usa

Con questo sono quattordici gli anni consecutivi che l’Assemblea generale dell’Onu chiede che si ritirino le misure contro Cuba. Con 182 voti a favore contro soli quattro contro (diciamoli i loro nomi: Usa, Israele, Palau e Isole Marshall), ancora una volta si è chiesto che si metta la parola fine a 44 anni di isolamento internazionale.
Ma quanto conta la decisione dell’Onu? Niente. L’ambasciatore statunitense John Bolton non si è nemmeno presentato in assemblea, dichiarando ai giornalisti che la votazione non era altro che un irrilevante esercizio privo di importanza. Cinico, se volete, ma di fatto ha ragione. La risoluzione non ha infatti carattere impositivo, chi comanda all’Onu è il Consiglio di Sicurezza, gli altri possono riunirsi, votare o, se lo credono, giocare alla morra che tanto non cambia nulla. In sessanta anni il mondo è mutato e parecchio, ma l’Onu continua ad essere il giocattolo di un manipolo di nazioni prepotenti.
Le ragioni cubane sono espresse nella pagina (è disponibile anche la versione in italiano):
http://www.cubavsbloqueo.cu/informebloqueo

C'era una volta il sogno argentino

Per non essere considerati poveri in Argentina bisogna guadagnare almeno 269 dollari al mese. Il dato è stato trasmesso dall’Indec (l’Istituto Nazionale di Statistica). La linea che separa la povertà dall’indigenza è stata fissata in 124 dollari. Sotto questa cifra, è fame nera. Nelle aree urbane il 38,5% degli argentini vive in stato di povertà: questo significa che quasi nove milioni di persone non riescono a soddisfare le necessità minime di salute, alimentazione, casa, trasporti ed altri servizi basici.
Sotto i 124 dollari sopravvive (vivere è un’altra cosa) il 13,6% della popolazione, ossia 3 milioni e centomila argentini. Sommando poveri e poveracci, fa il 52,1%. Anche se il sogno è ormai sfumato, continua un cauto ottimismo per la presidenza di Kirchner. L’inflazione quest’anno si sta mantenendo sullo 0,8% mensile. L’Indec ha un’ottima pagina web dove potete trovare centinaia di indicatori sullo stato attuale della nazione argentina:
http://www.indec.mecon.ar/

Monday, November 07, 2005

Fujimori in manette

Che ne è stato di Fujimori? Rintanato finora in Giappone –paese che ha sempre rifiutato le richieste di estradizione del Perú- l’ex presidente ha più volte dichiarato che parteciperà alle prossime elezioni peruviane. Come, non l’ha mai spiegato, ma è certo che se vincesse in contumacia si aprirebbero per lui le porte dell’immunità.
Dopo tante chiacchiere e speculazioni, forse siamo ad una svolta. “El Chino” è atterrato ieri a Santiago del Cile e, su richiesta delle autorità peruviane, è stato arrestato. È una manovra studiata a tavolino per lanciare la volata alle elezioni? Lo sapremo nelle prossime ore. Intanto, fatevi un giro sul sito web di Alberto Fujimori, un capolavoro di faccia tosta:
http://www.fujimorialberto.com/index.php

Guardate che questa notizia è una primizia: a quest’ora, in Italia non l’ha ancora pubblicata nessuno.

Sunday, November 06, 2005

Questa settimana (6-12 novembre)

Il 7 novembre ricorre l’anniversario dell’omicidio di Carlos Fonseca Amador, che cadeva vittima di una imboscata ventinove anni fa (era il 1976) nella zona di Matagalpa. Il fondatore dell’FSLN venne assassinato dopo la cattura. Un paio di sue biografie in internet si possono trovare su:
www.sandinovive.org/carlos/BioCarlosFonseca.htm
www.congresobolivariano.org/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=134

Sono passate due settimane da Stan, ma gli aiuti alimentari arriveranno solo questa settimana. Per fortuna, si stima che si protrarranno per sei mesi. Si tratta di fagioli, riso e olio donati dal PMA, il Programma Mondiale sugli alimenti, delle Nazioni Unite. Sono 285.000 i guatemaltechi che sono rimasti senza casa, mentre altri duecentomila si contano in Messico. L’attore Mel Gibson, impegnato nel filmare in questo Paese un film sui Maya, ha donato ai senza tetto un milione di dollari, che il presidente Fox non ha ancora girato. La rete universitaria messicana ha una pagina web di appoggio e sostegno a chi ha perso tutto:
http://huracanstan.unach.mx/
Ricordo che Stan ha fatto almeno duemila morti, più che a New Orleans, purtroppo meno importanti perchè meno pubblicizzati dalle televisioni e dai mezzi di comunicazione.

Hugo e Diego contro il gigante

Hugo e Diego, facce da monelli, magari un poco appesantiti dagli anni e con il viso tirato, ma sempre monellacci. Questa volta insieme, davanti a 50.000 persone, hanno chiuso l’anti-vertice, quello dedicato ai Popoli d’America. Mentre il vertice ufficiale naufragava –Bush ne è uscito sconfitto, così come l’Alca che era venuto a sponsorizzare- Chávez è stato applaudito a lungo per le sue parole di condanna alle politiche commerciali e di sfruttamento volute dai grandi organismi. Le parti principali del discorso hanno riguardato il fallimento dell’Alca (“Siamo venuti fino a qui, ognuno di noi, con una pala per seppellire l’Alca: Mar del Plata è stata la tomba dell’Alca”); e la lotta alla povertà (“Cento miliardi di dollari contro la povertà: lo propose John Kennedy. Aveva capito cosa stava succedendo in America Latina, Africa ed Asia. Forse è per questo che l’hanno ucciso. Fu una iniziativa di tutto rispetto per lottare contro la povertà e a favore delle riforme agrarie: perchè gli Usa non rivedono proposte come queste invece di proporci un commercio assassino?”).
Maradona, dietro Chávez, assentiva e quando è stato chiamato a salutare i presenti ha esclamato: “L’Argentina è stata degna: abbiamo cacciato Bush”.
Hugo e Diego la faccia da monelli ce l’hanno e, a quanto sembra anche il cieco coraggio dei ragazzini che lottano senza timore contro tutto e tutti. Di questi tempi, vi sembra poco?
La dichiarazione finale del Vertice dei Popoli d’America si trova su:
http://piensachile.com/index.php?option=com_content&task=view&id=314&Itemid=15

Intanto, al margine dei vertici, polizia e manifestanti si sono affrontati, lasciando decine di feriti e più di un centinaio di arresti. Galleria fotografica delle marce in Argentina contro la presenza di Bush, i vertici ed i disordini:
http://www.prensadefrente.org/anticumbre/index.php/img/2005/11/04/
http://argentina.indymedia.org/news/2005/11/344657.php

Friday, November 04, 2005

Il vertice parallelo

Mentre Bush si riunisce con i presidenti dei paesi latinoamericani, a Mar del Plata c’è un altro appuntamento, che si svolge in concomitanza. È il terzo vertice dei Popoli d’America, che ha cominciato i suoi lavori il primo novembre e li terminerà oggi. Diritti umani, ambiente, solidarietà, indigenismo, sviluppo sostenibile sono solo alcuni dei temi che si stanno affrontando in maniera parallela al vertice ufficiale. Evo Morales dalla Bolivia; Ricardo Alarcón da Cuba con i campioni dello sport Javier Sotomayor e Teófilo Stevenson; Diego Maradona e il premio Nobel Adolfo Pérez Esquivel dall’Argentina e delegazioni da tutte le nazioni latinoamericane stanno dicendo no alla guerra e alla militarizzazione, protestando contro le posizioni ufficiali dei governi, ma anche presentando soluzioni e politiche alternative. I risultati ed i momenti principali di questo vertice li potete trovare su: www.cumbredelospueblos.org/

Mille città contro Bush

Sono più di mille le manifestazioni che si stanno organizzando in queste ore in Argentina per protestare contro la presenza di Bush a Mar del Plata. Concerti, manifestazioni, riunioni, cortei, comizi si stanno susseguendo in tutto il Paese. La maggiore concentrazione è ovviamente a Mar del Plata, dove ieri una folla di migliaia di persone ha accompagnato il concerto di Manu Chao. A Buenos Aires, è stato organizzato un treno che raggiungerà all’alba Mar del Plata –che si trova 400 chilometri al sud della capitale- e che avrà come principali figure Diego Maradona, il regista Emir Kusturica e il deputato boliviano Evo Morales. Il momento principale si vivrà nello stadio della città, dove si esibirà il cantante cubano Silvio Rodríguez che precederà l’intervento di Hugo Chávez.
Tra le iniziative risalta quella che invita cittadini ed automobilisti ad esporre una bandiera o un panno nero in tutte le case e le automobili, per ricordare i morti che ha provocato la politica interventista di Bush.
Il presidente Usa deve guardarsi anche dai propri connazionali. La ONG statunitense Global Exchange ha organizzato un tour anti-global che per 1350 dollari include incontri con i piqueteros, le madri di Plaza de Mayo e giro delle fabbriche autogestite. È possibile avere notizie in diretta di quanto sta succedendo a Mar del Plata, con testimonianze in tempo reale, su:
http://argentina.indymedia.org/

Thursday, November 03, 2005

Gli scatti di Lillo/2



Torniamo sulle foto di Lillo Rizzo scattate ad Ayacucho.
Il passato 5 gennaio, il procuratore Cristina Olázabal ha ordinato di scavare nella caserma Los Cabitos di questa città. In questi mesi sono apparsi dodici corpi, persone scomparse negli anni Ottanta perchè sospettate di collusione con Sendero Luminoso. I responsabili militari di quelle esecuzioni extragiudiziarie si chiamano Clemente Noel Moral, Adrián Huamán Centeno y Wilfredo Mori Orzo. Per loro dal dicembre 2004 è vigente l’ordine di cattura, che chissà perchè, non viene ancora eseguito. Nel reportage di Lillo, i familiari dei desaparecidos mostrano le foto dei loro cari. Forse, grazie al lavoro di alcuni magistrati coraggiosi, potranno infine dare una degna sepoltura ai resti di quelli che furono i loro padri, fratelli, figli.
In totale, la Commissione per la verità istituita dal governo peruviano, ha contato nella sua relazione finale 7584 desaparecidos. I loro nomi e i dati sulla loro scomparsa si trovano in un documento tanto importante per conservare la memoria storica, quanto raccapricciante per come dimostra l’efferatezza dei delitti commessi. È a portata di tutti su:
www.cverdad.org.pe/desaparecidos/desaparecidos.php

Tuesday, November 01, 2005

Costa Rica: così pura vida, così xenofoba

La Costa Rica continua a perdere di credibilità: la settimana scorsa il Congresso ha votato una legge (38 voti a favore e solo 5 contro) che castiga con una pena di sei anni di carcere chi ospiti o dia lavoro a immigranti privi di visto. La stessa pena è prevista per il clandestino.
In un Paese che conta almeno un milione di stranieri (su quattro e mezzo di abitanti) e che ha tratto proprio da questa mescolanza la sua fortuna, l’approvazione di questa legge dimostra quanto sia viva la xenofobia. Da tempo, tutti i mali che affliggono oggi la società costaricense vengono fatti ricadere sugli stranieri, nicaraguensi e colombiani in prima fila. Eppure, nessun costaricense vuole saperne di fare i lavori “sporchi”, proprio come in Italia. Le raccolte del caffè, della canna da zucchero, dell’ananas o il settore della costruzione possono mantenersi solo grazie al lavoro di queste persone che il governo della Costa Rica vorrebbe ora solo ospitare con permessi temporali e poi rispedire a casa propria. Intanto, in un sondaggio apparso sul quotidiano “La Nación”, il 75% dei lettori si è detto soddisfatto di queste misure, alcune delle quali sono al margine delle leggi internazionali sui diritti umani. Ma non dovrebbero invece, vergognarsi?